Di Francesca Coddetta*.
* I miei risultati mediante lavoro intellettuale, escludono attività riservate per legge a soggetti iscritti in albi o elenchi ai sensi dell’art. 2229 del codice civile, delle professioni sanitarie.
L’Istituzione educativa, sia essa asilo nido, scuola primaria, secondaria o università è al tempo stesso luogo di apprendimento, ambiente di lavoro e centro di aggregazione sociale. E’, quindi, un crocevia di alcuni tra i più importanti sistemi, interdipendenti e tutti determinanti per la salute degli individui. In quanto tale, l’ambiente scuola diventa luogo privilegiato per l’applicazione di politiche mirate al miglioramento del clima di benessere in ognuno di tali sistemi, attraverso l’attivazione di strumenti e servizi utili a facilitare il benessere fisico, psicologico e sociale delle persone che lo abitano (Zucconi, Howell, 2003). Non a caso l’OMS definisce “Scuola Promotrice di Salute quella che costantemente consolida la propria capacità di essere ambiente favorevole alla salute per apprendere e lavorare. La scuola sana si impegna a migliorare la salute non solo degli studenti, ma anche del personale scolastico, delle famiglie e dei membri della comunità” (ibid.).
Quanto finora affermato è in linea con l’assunto fondamentale della Carta di Ottawa che vede il singolo, o la collettività, capaci di raggiungere un completo benessere quando agiscono in prima persona sull’ambiente di riferimento per dare soddisfazione ai reali bisogni e realizzare le loro aspirazioni (OMS, 1986).
L’abilità di mettere in atto comportamenti che consentano di affrontare efficacemente gli eventi della propria vita, è una competenza che può essere appresa attraverso l’informazione e l’esperienza. Diventa allora fondamentale promuovere, anche e in special modo nell’ambiente scuola, azioni che favoriscano la presa di coscienza da parte delle persone che lo abitano del proprio empowerment, ossia della possibilità che essi stessi, e soltanto loro, hanno di agire in modo efficace per il raggiungimento del miglior equilibrio possibile nelle dimensioni biologica, psicologica e sociale del sé. Tra gli strumenti utili al raggiungimento di tale obiettivo spicca il counselling in quanto “relazione professionale di aiuto” in cui il cliente può accrescere il suo livello di autonomia e di competenza decisionale, mediante l’acquisizione di una maggiore consapevolezza dei propri bisogni e del proprio potenziale di risorse personali (CNCP, 2018).
In Italia la diffusione delle opportunità di facilitazione offerte dal counselling all’interno delle istituzioni scolastiche è sicuramente un fenomeno in espansione, pur non essendo ancora una realtà diffusa in modo capillare su tutto il territorio.
1a: il counselling aiuta le persone ad acquisire maggiore consapevolezza dei propri bisogni e delle risorse personali disponibili per mettere in atto comportamenti utili al raggiungimento e mantenimento di una condizione di benessere
Il bisogno esiste a vari livelli e con diversi setting di applicazione:
quello di facilitazione per le problematiche degli studenti;
quello della promozione della salute nei luoghi di lavoro;
quello per il sostegno alla genitorialità.
Sebbene l’area problematica generale sia quella delle relazioni intra-personali ed interpersonali legate all’educazione, all’apprendimento/insegnamento, e alla comunicazione efficace, la prospettiva attraverso la quale tale area viene percepita dal soggetto che si trova in difficoltà cambia a seconda del ruolo (insegnante, studente, genitore, personale scolastico), cambiando di conseguenza anche l’area di pertinenza del processo decisionale.
Dato l’obiettivo generale di promozione del cambiamento, proverò ora ad elencare alcuni tra i possibili settori di intervento specifici dove un helper, in qualità di counsellor, può sostenere le persone nell’affrontare e superare situazioni di difficoltà momentanee e circoscritte.
2a: il counselling migliora la qualità del clima nell’ambiente di lavoro risolvendo con successo i problemi di relazione e comunicazione che insorgono nel contesto scuola.
Un servizio per i docenti.
Per lo svolgimento della loro professione, gli insegnanti si relazionano con altre persone. Il ruolo professionale richiede, infatti, loro di costruire e mantenere nel tempo relazioni interpersonali di qualità al fine di svolgere il compito educativo e didattico.
Alunni, singoli e gruppo classe, colleghi del corpo docente, dirigenti e personale amministrativo, genitori degli studenti: secondo una stima approssimativa un insegnante nel corso di una giornata lavorativa standard incontra e si confronta con circa 50 persone di diversa età, genere, cultura, formazione, classe sociale. Costantemente si trova a dover stabilire e rinforzare con tutti loro un alleanza collaborativa utile a risolvere i numerosi e variegati problemi di relazione e comunicazione che insorgono quotidianamente nel contesto scolastico. Tale compito è complesso e può succedere che gli insegnanti si trovino, a volte, ad affrontare situazioni difficili; a gestire un momento di crisi personale o professionale. Può succedere che si trovino di fronte alla necessità di prendere in tempi brevi una decisione importante verso loro stessi,
un allievo, un collega, l’istituto nel quale lavorano. In queste situazioni non sempre si riesce ad intravedere una soluzione veramente soddisfacente, a breve, medio e lungo termine.
Avere all’interno della struttura educativa nella quale operano un servizio di counselling, rappresenta per i docenti l’opportunità di superare queste difficoltà contenendo al contempo i livelli di stress e di fatica.
La presenza di un counsellor a scuola significa, per i docenti che si trovano in situazioni di impasse, godere della possibilità di rivolgersi ad un helper competente e formato all’uso di tools come l’ascolto empatico, la comunicazione efficace e il problem solving. Tali strumenti sono utili per accompagnare chi chiede aiuto verso un maggiore equilibrio tra la dimensione emozionale e cognitiva del sé; equilibrio necessario per l’efficacia del processo decisionale. Il counsellor, utilizzando lo strumento del colloquio, affianca il docente che si rivolge a lui, in un percorso di autoconsapevolezza circa le abilità che egli stesso possiede e le strategie che può utilizzare per superare le sfide connesse al raggiungimento effettivo di determinati obiettivi professionali.
Esiste una ricca letteratura circa l’efficacia degli interventi di counselling rivolti ai docenti (Wei et al., 2017; Kyriacou, 2001). Più precisamente, risultati di ricerche sul campo dimostrano come il counselling scolastico abbia per chi lavora nella scuola, un’importante azione sulla qualità del clima nell’ambiente di lavoro con conseguente contenimento dei livelli di stress e potenziamento delle skills di autoefficacia e produttività; un miglioramento della qualità delle relazioni sia con i colleghi che con i gruppi classe; minore assenteismo; prevenzione della sindrome da burnout.
Supporto al personale scolastico.
Il buon funzionamento di ogni singola istituzione scolastica dipende dal lavoro sinergico e collaborativo di tutte le persone che operano al suo interno, le quali condividono la responsabilità in merito alla qualità del clima nell’ambiente di lavoro e al processo di apprendimento degli studenti (Rao, 2018). In quest’ottica la presenza di un servizio di counselling scolastico rappresenta un valore aggiunto per l’impatto positivo che ha sul benessere personale e l’efficenza professionale di tutti i gruppi di persone che lavorano nel sistema educativo: dirigenti, amministratori, personale ATA, consulenti esterni.
Il counselling scolastico, infatti, è uno strumento proattivo che, migliorando il benessere delle risorse umane, ha importanti effetti sulla efficienza dell’istituzione educativa in termini di miglioramento della produttività (innalzamento dei livelli di rendimento degli studenti), abbassamento dei costi di produzione (stop al turnover e minore assenteismo per malattie o scioperi), positività dei bilanci economici (aumento degli iscritti e recupero fondi) e qualità dell’immagine sociale.
Il personale scolastico può rivolgersi al counsellor come professionista della relazione di aiuto per trovare sostegno e agire in modo risolutivo su situazioni critiche, quali:
insoddisfazione, demotivazione professionale o calo di efficienza lavorativa;
errori operativi, gestione efficace del tempo di lavoro;
bilanciamento vita privata/vita professionale;
rapporti difficili o conflittuali tra il personale scolastico, assenteismo;
difficoltà inerenti al raggiungimento degli obiettivi prefissati;
sviluppo e recupero di potenzialità e risorse personali e professionali utilizzabili;
transizione professionale e scelta dell’evoluzione della propria carriera lavorativa.
3a: ll counselling facilita dirigenti, personale amministrativo e personale ATA lavorare meglio e cooperare per raggiungere obiettivi condivisi
Il counselling rivolto agli alunni.
Bambini e ragazzi trascorrono la maggior parte del loro tempo a scuola e tutti i giorni affrontano sfide legate al percorso di studi, alla realizzazione professionale, alla costruzione di relazioni sociali soddisfacenti con il gruppo dei pari e con gli adulti. La scuola, pur essendo un punto di riferimento essenziale per la crescita, l’educazione e l’apprendimento, fatica a rispondere ai bisogni individuali e alle aspettative degli studenti. Il counselling scolastico si colloca proprio in questo spazio di fatica, in quanto il suo più grande beneficio consiste nel sostenere gli alunni in un percorso quotidiano volto a rafforzare la loro capacità di autoconsapevolezza e autoregolazione mettendo in relazione gli obiettivi educativi presenti con il loro successo futuro.
Attraverso percorsi brevi individuali o di gruppo, il counselling: potenzia la motivazione all’apprendimento; facilita la scelta di un metodo di studio efficace; promuove l’autoconsapevolezza riguardo la responsabilità del percorso di studi; incoraggia i ragazzi a parlare in modo diretto e autentico con i loro genitori e/o insegnanti delle cose che li preoccupano; rafforza in loro le competenze di confronto costruttivo al fine di risolvere positivamente conflitti, affermare convinzioni, professare valori.
Attivando per i propri alunni uno sportello di counselling, la scuola rende disponibile un sostegno per migliorare le competenze emotive e sociali a vantaggio delle relazioni con gli altri significativi che gravitano nel loro stesso ambiente educativo.
4a: Il counselling aiuta ogni studente a diventare protagonista attivo del proprio processo di apprendimento e lo facilita nell’acquisizione dell’autonomia, dall’autoconsapevolezza e dell’autoregolazione
Il counsellor, in quanto professionista della relazione di aiuto, offre ad ogni bambino/a e ragazzo/a che si rivolge a lui, qualità come l’empatia, la congruenza e l’accettazione incondizionata costruendo in tal modo uno spazio relazionale protetto e libero dal giudizio (Rogers, 1967) dove poter esprimere attraverso l’auto-narrazione e il confronto, tutte le emozioni che influenzano negativamente la propria quotidianità.
Il fine è accompagnare e sostenere gli studenti nel superamento di situazioni di difficoltà contingenti e circoscritte.
Le difficoltà più frequenti sono:
quelle legate all’apprendimento (metodo di studio; bilanciamento tra tempo di studio e tempo libero; capacità di attenzione e concentrazione in classe);
bassi livelli di motivazione allo studio e regolazione del comportamento legato alle emozioni che causano distress (noia, rabbia, indifferenza, paura, timidezza, ansia);
quelle legate all’orientamento rispetto alla scelta scolastica o professionale.
Riuscire ad affrontare e risolvere in modo costruttivo tali difficoltà significa prevenire fenomeni come quello della dispersione scolastica, dell’abbandono precoce degli studi, del drop-out o del bullismo e, al contempo, promuovere nei bambini e ragazzi l’apprendimento di abitudini di comportamento sane e funzionali al benessere proprio e della comunità alla quale appartengono (Salis 2018).
5a: Il counselling sostiene i genitori promuovendo azioni educative consapevoli e facilitando la comunicazione scuola/famiglia
Counselling come opportunità per le famiglie.
Il quarto ambito di intervento del counselling scolastico che, in questo lavoro, prendo in considerazione è quello per il potenziamento delle competenze genitoriali e la facilitazione delle relazioni familiari.
La solidità della struttura familiare e l’entità del sostegno emotivo che la rete parentale offre all’individuo sono, infatti, tra i fattori determinanti della salute (OMS). È all’interno dell’ambiente famiglia che gli esseri umani fin da piccolissimi strutturano l’immagine di sé e le modalità di coping, ossia le abitudini comportamentali relative alla salute (igiene, alimentazione, attività fisica, sonno), ai valori (costrutti culturali e credenze) e alle relazioni interpersonali (gli stili di comunicazione, l’organizzazione del tempo, l’approccio alla sessualità).Alcune scelte educative, possono comportare nei figli l’attivazione automatica di schemi di comportamento inadeguati in quanto, seppur rispondono a gratificazioni immediate e di breve durata, a medio/lungo termine risultano dannosi per la salute e la qualità del clima familiare (sottomissione/rifiuto autorità, assenteismo scolastico, fumo, dipendenze, pratiche sessuali ad alto rischio)(Zucconi, 2003).
Essendo la scuola a tutti gli effetti una delle principali agenzie educative, con il counselling offre ai genitori uno spazio di condivisione, confronto e informazione, promuovendo azioni educative consapevoli e lo sviluppo del potere che la famiglia ha di valorizzare nei figli l’assunzione della responsabilità verso il loro benessere e la loro esistenza.
Attraverso il counselling, genitori, nonni, baby sitter e chiunque a vario titolo si prenda cura della crescita di un minore, hanno la possibilità di affrontare positivamente problematiche circoscritte, contingenti e che necessitano di risposte immediate. Cito ad esempio:
riattivazione di risorse personali al fine di rendere più efficace l’azione educativa;
affinamento delle abilità di comprensione delle motivazioni alla base del comportamento dei figli
potenziamento delle competenze per riconoscere, affrontare e risolvere i problemi relativi alla relazione educativa;
acquisizione o rafforzamento della capacità di dare e ricevere ascolto e attenzione;
gestione di rapporti difficili o conflittuali nell’ambito delle relazioni familiari ed extra-familiari (insegnanti e personale scolastico, altri genitori).
Concludendo
Indipendentemente dal fatto che a richiedere il sostegno sia uno studente, un genitore o un insegnante, il Counsellor ha il compito di facilitare la persona (singolo o gruppo) nell’attribuire i significati agli eventi con i quali quotidianamente si confronta nel contesto scolastico, promuovendo in lui nel contempo autoconsapevolezza e autoregolazione: il suo compito è di facilitare il cambiamento attraverso una relazione che, come afferma sempre Rogers, non è finalizzata a dare potere (empowerment) al proprio cliente, ma a non sottrarglielo giocando egli stesso il ruolo di esperto (Rogers, 1980).
Consapevole di non aver trattato l’argomento in modo esaustivo, spero, comunque, di aver reso onore all’importanza della prassi del Counselling Scolastico inteso come strumento di promozione del benessere.
Note bibliografiche
Coordinamento Nazionale Counsellor Professionisti (2018). https://www.cncp.it/1/67/COUNSELLING.htm
Kyriacou C., 2001, Teacher stress: Directions for future research, Educational Review vol. 53 pages 27-35
Organizzazione Mondiale della Sanità (1986). Carta di Ottawa. https://www.aslnapoli1centro.it/documents/420534/447092/CartaOttawa.pdf
Rao G., (2018),Quando l’ambito scolastico necessita della valorizzazione delle risorse umane, http://www.edscuola.it/archivio/ped/valorizzazione.htm (visitato il 10 ottobre 2018)
Rogers C., (1951), Client-Centred Therapy, Houghton Mifflin Company, Boston; trad. it. Terapia Centrata sul Cliente, Firenze, La Nuova Italia, 1997.
Rogers C., (1980), A way of being, Publisher Houghton Mifflin, Boston (USA).
Salis N., (2018), Scuola e prevenzione del Drop-out.Counselling per gli studenti, www.counsellingitalia.it (visitato il 13 ottobre 2018 ore 17:30)
Wei L., Rui Y., Hong Z., An exploratorystudy of school counselling teachers’ motivation changes, Journal of Education for Teaching, vol.1, pages 237-240
Zucconi A, Howell P. (2003), La Promozione della Salute, edizioni la meridiana, Molfetta (BA).
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