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  • giulioammannato

TRAMONTI INCONTROLLABILI: UNA GIORNATA DI TEAM BUILDING CON DIREZIONE LIBERA

di Paolo Cagliani

Counsellor A.C.P.

Formatore Gordon

A.M.M. Collegio Guide Alpine Lombardia



Camminiamo a passo svelto tra i monti della Valsassina. A destra, anzi “a sud-ovest” ci ha detto la guida poco prima, mostra la sua schiena il Monte Resegone con i suoi pendii e creste aguzze, ispiratrici di travagliati romanzi d’amore. Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno è dunque esposto a sud, verso le colline della Brianza e più in giù verso Milano e i suoi boschi verticali. Calpestiamo le due catene non interrotte di monti in direzione nord, cartina e bussola in mano, alla ricerca dell’ultimo punto da scovare. Siamo un gruppo di lavoro affiatato con relazioni che vanno oltre i ruoli professionali, ma qualcosa si è incrinato da quando l’azienda è passata da cinque a trenta dipendenti in meno di due anni. É come se la totale fiducia che prima nutrivamo l’un l’altro si fosse di colpo diluita. Evidentemente tutto questo si è tradotto in una minore produttività; non si spiega altrimenti questa giornata di team building formativo voluto dalla dirigenza. “Team Building con Approccio Centrato sulla Persona”, diceva la slide di questa mattina, proiettata dalla guida che ci ha poi suddivisi in squadre e fatto disperdere nella valle alla ricerca di sei “lanterne”, nel gergo da orienteering.


-Troverete, per ogni lanterna, una breve attività da svolgere in gruppo, sono attivazioni specifiche rispetto al tema della comunicazione che vi propongo di svolgere confrontandovi tra voi. Ci vediamo qui tra due ore esatte. Pronti, partenza… via! - si è congedata così la guida-formatore, dopo averci consegnato una radio da usare in caso di emergenza. Che emergenza potrà mai succedere? L’unica che vedo ora è quella di notare, con la coda dell’occhio, il mio responsabile ascoltarmi in silenzio mentre parlo. Non mentre parlo di ciò che so fare o di quello che faccio, ma mentre parlo proprio di me. Di come sto nel qui ed ora, dice l’attività da svolgere: qui, tra le verdi Orobie lecchesi e ora, in un venerdì mattina che mai avrei pensato di trascorrere al fianco del mio nuovo responsabile di reparto. Anzi: Department Manager, ora che ci siamo ingranditi così tanto da invadere il Regno Unito.


La nebbia che amalgama il paesaggio piano si dirada, lasciando spazio alla vista di una nuova cima alla mia sinistra, pardon, a “sud-ovest: è il monte Due Mani, che lentamente ci spinge verso la lanterna successiva e con lei verso una nuova attività di gruppo. Mentre camminiamo tra l’erba alta di un pendio mi accorgo di come la nuova collega abbia il polso della situazione - Andiamo di qui, da quella parte la cartina indica un bosco fitto. - Chi l’avrebbe mai detto? In ufficio a me pare sia solo impegnata a non mandare in stand-by lo schermo del PC. Lanterna trovata, altro confronto di gruppo. La natura intorno lavora di riflesso e grazie ad esso vedo il lato umano del mio collega che ho sempre considerato un automa. Ripenso a quando gli risposi senza tener conto che anche lui, come me, avesse una vita oltre alla scrivania e un poco mi pento, forse mi commuovo, mentre camminiamo veloci verso la baita per il pranzo di condivisione. Bella parola per dire che il pranzo ce lo dobbiamo preparare noi. Share lunch.

La baita è riscaldata dal camino acceso, capace di creare un’atmosfera rilassata e piena con il suo movimento atavico. Da quanto non vedevo danzare la fiamma viva di un fuoco? Ci sediamo in cerchio senza scrivanie e un po’ mi sento come senza salvagente. La guida si spoglia del suo ruolo e si veste con i panni del formatore, accompagnandoci nell'esplorazione di ciò che abbiamo vissuto tra i monti poco prima.


-Secondo te, che emozione sottendeva la tua collega quando ha detto “Rispetto a qualche anno fa mi sento meno libera di esprimermi per come sono…”? - chiede il formatore al mio collega, riferendosi a ciò che avevo appena detto.

-Beh, forse che non si fida più come prima dei suoi colleghi… -risponde incerto. - è così, sento di essere più guardinga, di dover essere più vigile. Sento di dover camminare come una faina lungo i muri per non essere catturata. Mi ha scoperta. Il Department Manager mi ha scoperta - penso.


Però la capisco - continua il mio collega dopo un attimo di silenzio, guardando un po’ il formatore e un po’ il pavimento rosso della baita - non dev’essere facile passare da una realtà familiare ad una più complessa in così poco tempo. È successo anche a me e con grande sofferenza. - con un mezzo sorriso il formatore accoglie il mio imbarazzo, io distolgo lo sguardo e cammino lungo il muro con il pensiero.

La formazione continua tra temi di comunicazione definita “efficace”, attivando il gruppo con spunti di riflessione mai invadenti o giudicanti. Possibile che per tutto il giorno non abbia sentito le parole giusto o sbagliato?

“Le persone sono altrettanto meravigliose quanto i tramonti se le lascio essere ciò che sono.” Recita una citazione di tal Carl Rogers su cui ci soffermiamo “Quando osservo un tramonto non mi capita di dire: “addolcire un po’ l’arancione sull’angolo destro, mettere un po’ di rosso porpora alla base (...)”

- Vero - penso - i tramonti sono belli perché incontrollabili, è un po’ come lasciarsi trasportare dai suoi colori. Ma che c’entra questo con l’azienda e con il mio rapporto con i nuovi invasori di scrivanie? - Non lo faccio. Non tento di controllare un tramonto. Ammiro con soggezione il suo dispiegarsi.

Pausa caffè condivisa, insomma, come per il pranzo ce lo dobbiamo preparare da noi. Self coffee pause. La moka da quindici è alta quasi come me e di aprirla non c’è verso. Per fortuna la nuova collega sembra essere pratica anche di giga-moke oltre che di orienteering. - Grazie per la tua condivisione di prima. Sentendoti ho trovato il coraggio di parlare anche delle mie difficoltà nell’inserirmi in azienda… - dice versandosi una tazza da quattro. “Grazie per la tua condivisione di prima. Sentendoti ho trovato il coraggio…” - ripeto tra me e me togliendo un poco la schiena dal muro immaginario.


La formazione finisce e usciamo a fare due passi prima del Gruppo d’Incontro che ci attende. Non ho preso neanche un appunto, io che ho fatto del metodo una fede incrollabile. Eppure mi pare d’aver intravisto e forse assimilato un nuovo modo di porsi - modo di essere - secondo il formatore, diverso. Vero. Empatia, non giudizio e congruenza, sono i dettami dell’approccio “Centrato sulla Persona” che ho sperimentato prima ancora di averli appresi. Mi accorgo ora di esservici stata immersa per tutta la giornata come in una calda coperta.


Camminando nel prato sento di stare bene seguendo con lo sguardo il profilo delle montagne intorno, mentre il Due Mani incorona il Resegone con un tramonto ghirlanda. Guardo dentro la baita i primi colleghi che si siedono in cerchio. Il camino ondeggia sui loro visi ed io sento la voglia di condividere qualcosa di me. ll Department Manager diventa Luca, la nuova collega Roberta e l’automa semplicemente Riccardo. Io sono Simona e non ho più muri dietro le spalle ma un tramonto incontrollabile davanti.

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