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APPUNTI DI LAVORO SULLA TERAPIA DI COPPIA CON L’APPROCCIO CENTRATO SULLA PERSONA

Di Serena Romano

Psicologa, Sessuologa, Psicoterapeuta ad Approccio Rogersiano



Oggi avere una relazione soddisfacente è diventato molto importante per diversi motivi, primo fra tutti il fatto che molti di noi non vivono più vicino alle proprie famiglie di origine o agli amici d’infanzia. Lavoriamo sempre più ore, da pendolari compiamo distanze sempre maggiori e abbiamo sempre meno opportunità di sviluppare relazioni intime. Inevitabilmente, ora come non mai chiediamo totalmente al nostro partner connessione emotiva e senso di appartenenza.

La relazione di coppia può essere sorgente di forti sentimenti, grande conforto e felicità da un lato, ma anche stress e dolore dall’altro. Rogers diceva che per rendere duratura una relazione occorre mostrarsi il più possibile per quello che si è e mostrare all’altro il più possibile i propri sentimenti, esattamente come li proviamo, serve quindi consapevolezza, coraggio e trasparenza. Questo aiuta a costruire un legame sicuro e duraturo all’interno della relazione, creando vicinanza, fiducia e connessione. Ecco allora che l’obiettivo della Terapia di coppia ad Approccio Centrato sulla Persona diventa aiutare le coppie ad imparare ad esprimere e gestire questi sentimenti in modo sicuro e positivo, ad esprimere i bisogni più delicati e vulnerabili al partner in modo da aiutare lo stesso partner a rispondere e ad aprirsi a noi, oltre che a prendere consapevolezza della danza relazionale dei membri della coppia, ossia del funzionamento della stessa. Tutto questo per creare un legame sicuro tra i partner ed una relazione resiliente.


Il Terapeuta ACP offre ad ogni partecipante della terapia uno spazio sicuro in cui esprimere le proprie esperienze, i propri sentimenti e i propri punti di vista, creando una dimensione comunicativa funzionale all'estrinsecarsi della tendenza attualizzante della coppia e al recupero delle sue risorse, per permettere alla coppia stessa di costruire da sè una base sicura.

Fondamentali sono allora il rispetto dell'esperienza di ciascuno e la possibilità di confronto. E’ importante creare un’alleanza terapeutica con entrambi i partner e facilitare l’identificazione del funzionamento della coppia. Attraverso l’empatia, la curiosità, l’assenza di giudizio il clinico cerca, sotto la superficie del comportamento una vulnerabilità delicata, umana e spesso vergognosa che tutti noi portiamo nelle relazioni. Non ci si focalizza quindi su scoprire cosa c’è di sbagliato nella relazione, ma su cosa ognuno sta portando di sè nella relazione, quali sono i bisogni e i desideri rifiutati o rinnegati. Quando ci sentiamo minacciati alcune persone tendono a comportamenti di ritiro, che vanno dal diventare muti in una conversazione, a stare lontani da casa, a rispondere nella conversazione senza sintonizzarsi emotivamente, oppure a seppellirsi su Internet o nelle attività lavorative. Altre persone tendono a fare continue osservazioni critiche o persecutorie, richieste di attenzione o intimità, manifestazioni di rabbia e nervosismo.

Ciò che un Terapeuta ACP fa con la coppia è cercare di aiutare entrambi i membri a tradurre questi comportamenti in messaggi che ogni partner può comprendere e soprattutto che possono aiutarlo a riconnettersi.


Le coppie acquisiranno così una maggiore consapevolezza e impareranno nuovi strumenti per creare nuovi modelli di interazione e rafforzare il loro senso di connessione e intimità, per stabilire un legame di relazione sicuro e duraturo. Impareranno ad affrontare schemi bloccati e cicli negativi di interazione, a dare un senso alle proprie emozioni, a saperne di più sul mondo interiore del partner, a superare la solitudine, riparare le ferite emotive, approfondire le capacità emotive fisiche e sessuali, comunicare per sviluppare maggiore comprensione e vicinanza. Impareranno ad affermare i punti di forza del rapporto, affrontare i modelli di interazione negativa, comprendere più chiaramente le emozioni dell’altro, riconoscere le ragioni alla base dei conflitti, imparare a riparare e a perdonare, aumentare la vicinanza emotiva e fisica, migliorare la comunicazione, essere più accessibili, reattivi ed emotivamente coinvolti l’uno con l’altro.


Il terapeuta deve avere contemporaneamente un focus intrapsichico su come il singolo elabora la propria esperienza ed un focus interpersonale relativo a come i partner organizzano le loro interazioni. L’obiettivo è la creazione di un legame sicuro.

Il primo scopo della terapia è accedere alle risposte emotive sottostanti la posizione di interazione di ciascun partner, spesso ristretta e tenuta rigidamente, e rielaborare le stesse: in questo modo si favorisce uno scambio di posizioni orientato verso accessibilità e responsività, i mattoni fondamentali di un legame sicuro.

Il secondo obiettivo della terapia è facilitare la creazione di nuovi eventi di interazione che ridefiniscano la relazione come fonte di sicurezza e conforto per ciascun partner.

Il processo terapeutico della coppia è un percorso che va dall’alienazione all’impegno emotivo, da una difesa vigilante e autoprotettiva ad apertura e disponibilità a correre rischi, dall’impotenza passiva davanti all’inesorabile danza della relazione a un sentirsi in grado di creare attivamente quella danza, da attribuzione di colpa disperata a una sensazione di come ciascun partner renda difficile all’altro essere disponibile e premuroso, da concentrazione sui difetti dell’altro alla scoperta dei propri timori e desideri, da isolamento a connessione.

Il terapeuta di coppia ad approccio centrato sulla persona non è un istruttore che insegna abilità comunicative o modi più efficaci per negoziare, non è uno stratega, non è un insegnante, è piuttosto uno specialista di processi che aiuta i partner a rielaborare le proprie esperienze ed in particolare la propria esperienza emozionale all’interno della relazione. Offre alla coppia l’opportunità di sperimentare nuovi modi di stare insieme, cosicché i membri possano fare scelte consapevoli sul tipo di relazione che vogliono creare.


L’obiettivo è rielaborare le esperienze e riorganizzare le interazioni tra i partner per creare un legame sicuro, un senso di connessione sicura.

Nella terapia di coppia ad approccio centrato sulla persona l’emozione viene accolta, ascoltata, sviluppata e differenziata, si cerca di rivelare la realtà emotiva del cliente e l’essenza del cambiamento è rappresentata da una nuova esperienza emozionale correttiva di impegno con il proprio partner. Rivelare le emozioni chiave e usarle per innescare nuove reazioni del partner costituiscono il cuore del cambiamento.


I partner in crisi non sono giudicati come imperfetti o incompetenti. Bisogni, desideri e risposte emotive primarie sono considerate sane e adattive, è il modo in cui tali bisogni e desideri sono attuati in un contesto di vulnerabilità e di pericolo percepito che causa problemi. È il modo in cui le risposte emotive sono inibite, rinnegate e distorte che porta alla disfunzione. Il terapeuta, pertanto, anziché insegnare ai partner a essere diversi, valida le loro esperienze e le loro reazioni. Le persone quindi invece di essere considerate imperfette, sono viste come fossero bloccate in determinati stati emotivi coinvolgenti e in cicli di interazione auto rinforzanti. Si suppone che i soggetti abbiano ragioni logiche e valide per reprimere elaborazioni e interazioni emotive con il coniuge. E’ insomma il meglio che abbia potuto fare fino a quel momento. L’accettazione del terapeuta o ciò che Rogers ha definito considerazione positiva incondizionata (1951) per ciascun cliente permette loro di affrontare le esperienze in modi diversi. Il terapeuta si sforza di essere autentico e trasparente facendo così dello studio terapeutico un rifugio sicuro in cui gli individui possano iniziare a vedere le loro scelte e assumersi la responsabilità dell’impatto che tali scelte hanno su se stessi e sul partner. Nella terapia di coppia creare sicurezza implica uno sforzo consapevole di validare l’esperienza di ciascun partner senza invalidare o emarginare l’esperienza dell’altro. Obiettivo finale è la creazione di un legame sicuro e accettante con il partner. Attraverso l’ascolto empatico, l’accettazione e la congruenza entrambi i partner accederanno alle emozioni non riconosciute all’interno delle loro interazioni e potranno riformularle, nonchè esplorare i propri bisogni, promuovere l’accettazione dell’esperienza del partner e l’emergenza di nuove risposte di interazione e di nuove posizioni.


Nella terapia di coppia, il cliente è la relazione di coppia. Un terapeuta di coppia quindi si focalizza sull’esperienza emozionale di ciascun partner e la riflette; valida e accetta l’esperienza stessa, piuttosto che cercare di marginalizzarla o sostituirla; entra in sintonia con tale esperienza e la esplora con empatia; espande il processo esperienziale della coppia; indirizza il cliente all’impegno per favorire nuovi tipi di elaborazione dell’esperienza e amplia e intensifica la consapevolezza, sino a far emergere nuovi aspetti che riorganizzano l’esperienza nel suo insieme. Nella terapia di coppia un partner osserva mentre il terapeuta assiste l’altro nella rielaborazione dell’esperienza. L’altro però è ugualmente presente, il terapeuta non sta conducendo una terapia individuale in presenza del partner. Nella terapia di coppia deve esserci equilibrio tra esplorare l’esperienza intra psichica di ciascun partner, validare le esperienze dei coniugi molto diversi tra loro e incoraggiare l’interazione tra i partner. Il terapeuta poi deve essere consapevole che un coniuge assiste e reagisce agli interventi effettuati sull’altro e deve essere estremamente sensibile al modo in cui il partner sta ascoltando i suoi commenti: nel validare un coniuge per esempio deve accertarsi di non ignorare l’esperienza dell’altro.


La creazione di nuove esperienze emozionali è considerata il fattore più importante tanto nel cambiamento intrapsichico quanto in quello interpersonale. Riconoscimento e validazione di queste necessità costituiscono una parte essenziale della terapia. Il cambiamento è associato ad accessibilità e rielaborazione delle esperienze emozionali, il cambiamento non avviene attraverso intuizioni, catarsi o negoziazione, ma attraverso nuove esperienze in nuovi eventi.

Sentirsi compresi incoraggia ad ascoltare se stessi e la persona amata con maggiore sintonia. Una risposta empatica del terapeuta modella una posizione accettante attorno all’esperienza di ciascun partner, il cliente si sente sicuro, riduce il bisogno di difendersi dalle esperienze difficili e si sente validato. Le risposte empatiche permettono che il significato delle esperienze chiave sia sentito, verificato, esplorato, differenziato e revisionato. L’empatia quindi accresce il senso di sicurezza del cliente e incoraggia un focus sulla costruzione dell’esperienza e del suo significato, consentendo così nuove risposte. Nella creazione di un’alleanza efficace è essenziale assumere una posizione non giudicante e la considerazione positiva incondizionata riguarda il bisogno del terapeuta di rispettare e apprezzare il cliente per quello che è, e di essere in grado di tollerare ambiguità e aspetti dei clienti che persino loro stessi non rispettano o apprezzano. La genuinità del terapeuta ossia la sua capacità di essere reale e presente è un aspetto cruciale dell’alleanza. Ciò non significa che il terapeuta debba necessariamente auto rivelarsi, ma che sia accessibile e responsivo, il terapeuta può dunque ammettere gli errori e lasciare che i clienti insegnino la propria esperienza. La relazione terapeutica rappresenta un vero incontro tra esseri umani, nel quale lo specialista si impegna con integrità, fa parte della genuinità del terapeuta anche una certa trasparenza o disponibilità a essere osservato.

In “Becoming partners” (1972) C. R. Rogers descrive quelle che a suo dire possono essere considerate le quattro condizioni centrali per la costruzione di una relazione di coppia soddisfacente e duratura.

Egli li chiama SCHEMI DI DURATA E ARRICCHIMENTO, sottolineando che questi elementi sono fortemente in gioco nella costruzione e nella durata di un rapporto di coppia che si possa considerare soddisfacente per i partners.

  • Dedizione o Impegno: come interesse comune ad arricchire costantemente la vita di coppia anche attraverso il cambiamento, l’unione dovrebbe essere vissuta come un processo continuo e non un contratto.

  • Comunicazione: come strumento di condivisione di qualsiasi sentimento e come mezzo di comprensione dei pensieri e sentimenti dell’altro, attraverso le parole o meno.

  • Disgregazione dei ruoli: ovvero la possibilità piacevole di vivere secondo le proprie scelte piuttosto che le aspettative e i ruoli imposti.

  • Diventare due Sé distinti: che significa promuovere la scoperta di sé incoraggiando la crescita di entrambi.

Per Rogers nella coppia “la regola del gioco è il mutamento”, difatti parlando della concezione tradizionale dei legami coniugali scrisse che:“il matrimonio e la famiglia nucleare sono un’istituzione fallimentare, un modo di vivere fallimentare”, ciò proprio per la staticità che rischia di nascere nella temporalità del rapporto.

“L’impegno è individuale, ma l’opera costante, difficile e rischiosa è necessariamente un’opera fatta insieme”. Stando a quanto osservato dallo stesso Rogers inoltre “Vivere conformemente a quanto ci si attende da un dato ruolo sembra sostanzialmente in contrasto con un matrimonio che muova in qualche direzione, che proceda”.


La capacità dei coniugi di riuscire a vivere immersi in un sistema culturale in cui ciascuno possa essere fondatore della propria storia coniugale senza troppe interferenze sembra quindi essere uno degli elementi fortemente implicati nel processo personale di ogni coppia.

Spesso difatti i meccanismi alla base delle aspettative riguardanti il coniuge sono decisamente influenzati da retaggi familiari che sono difficilmente arginati e arginabili.


“Carl R. Rogers nell’articolo del 1957 ‘The necessary and sufficient conditions of therapeutic personality change” aprì un dibattito nell’ambito della psicoterapia, affermando che sei condizioni erano necessarie e sufficienti per ottenere un risultato significativo, indipendentemente dal metodo utilizzato”. (O’Leary C. J. 1999)

Le sei condizioni prevedono che:

  1. Le tre persone coinvolte (coniugi e terapeuta) abbiano un contatto psicologico; questa condizione è stata denominata da Rogers postulato o condizione preliminare.

  2. I clienti si trovino in uno stato d’incongruenza e vulnerabilità;

  3. Il terapeuta sia, all’interno della relazione terapeutica con i clienti, profondamente e liberamente autentico e congruente;

  4. Il terapeuta abbia un’accettazione positiva incondizionata nei confronti di ogni aspetto dell’esperienza del cliente. Ciò significa che vengono poste condizioni all’accettazione e che il terapeuta è pronto ad accogliere tanto i sentimenti positivi quanto quelli negativi. Questa attenzione e possibilità di accoglienza però non riguarda i comportamenti e gli agiti dei clienti, bensì tutta la sfera emotivo – relazionale che essi sperimentano dentro e fuori dal contesto terapeutico;

  5. Il terapeuta sia capace di percepire il mondo personale del cliente “come se” fosse il suo. Il terapeuta che sperimenta empatia può cercare di muoversi liberamente nel mondo del cliente e può sia esprimere ciò di cui il cliente potrebbe sentire il bisogno, sia chiarificare quegli aspetti dell’esperienza di cui il cliente stesso è scarsamente consapevole;

  6. I partners percepiscano l’empatia e l’accettazione incondizionata del terapeuta.

Queste condizioni sono i pilastri fondanti di un approccio centrato sulla persona che include sia la terapia individuale che quella di coppia o di famiglia.

L’attenzione al mondo interno del cliente e/o della coppia in stato di necessità conduce sempre il terapeuta in prima battuta, e in seguito per tutto il percorso psicoterapeutico, ad analizzare se e in che misura tali prerogative sono presenti e agiscono all’interno del contesto psicoterapeutico.

Ciascuno dei coniugi, pertanto, all’interno del percorso può trovare lo spazio, il modo e il tempo in cui esprimere il proprio punto di vista, senza che l’altro si senta accusato, svilito e il tutto in un clima di tregua dalla quotidianità relazionale che fino ad allora li ha contraddistinti.


Questa esperienza offre la possibilità di creare uno spazio mentale che includa i bisogni personali, quelli del partner e della relazione, sperimentando e apprendendo la capacità di identificare ed esprimere i propri sentimenti, bisogni, cercando di aumentare la capacità di un ascolto empatico dell’altro. Occorre quindi lavorare per creare un clima nel quale entrambi i componenti della coppia possano sentirsi liberi di parlare e sicuri di essere ascoltati, in un modo del tutto diverso da quello al è quale sono abituati nella relazione.

Ognuno verrà visto, sentito e accolto anche come individuo singolo e portatore di un mondo personale e relazionale, praticando insomma una parzialità multidimensionale.

Secondo Rogers i 4 elementi basilari, determinanti ed essenziali al progredire dell’unione in una relazione sono:

  1. La dedizione e l’impegno nel processo del rapporto. L’unione è un processo continuo, e debbo operarmi ed impegnarmi per il progredire del rapporto, per la soddisfazione personale e per quella reciproca. L’impegno è individuale, ma l’opera costante, difficile e rischiosa è un’opera fatta insieme;

  2. Il rischio della comunicazione dei propri sentimenti: non è sufficiente dire che in una unione serva comunicare, in tutti i matrimoni si comunica, con o senza parole, per il meglio o per il peggio. Ma la comunicazione ha molti elementi, e la cosa più importante è continuare ad esprimere soltanto i propri sentimenti, senza muovere all’altro delle accuse. La partecipazione dei sentimenti più profondi che uno possa scoprire in se stesso provoca quasi inevitabilmente una partecipazione analoga da parte dell’altro;

  3. L’abbandono della vita conforme ai ruoli. Seguire più o meno ciecamente le attese dei propri genitori, della religione, della cultura, significa portare alla rovina il processo continuo e differenziato di un’unione che si sviluppa. Starà al facilitatore aiutarli a prenderne coscienza;

  4. La scoperta di una parte maggiore del proprio sé, vero e distinto, di cui rendere partecipe il compagno. Diventare un sé distinto: quando ciascun partner fa dei progressi lungo la via di una sempre più accentuata affermazione del proprio sé, l’unione si arricchisce. E’ quasi come dire che più ci si distingue come individuo, più possibilità si hanno di un’unione salda.


Bibliografia:

Ferreri A. M. (2005): “L’approccio centrato sulla persona e la terapia familiare centrata sul cliente”. Ed. Psicologia.


O’ Leary C. J. (1999), “Counselling couples and families. A persona-centred approach”. London trad. it. (2002) “Counseling alla coppia e alla famiglia. Un approccio centrato sulla persona. Erikson, Trento.


Rogers, C.R. (1972) “Becoming Patners” trad. It. “Partners. Il matrimonio e le sue alternative”, Astrolabio, Milano 1976, traduzione di Augusto Menzio da Becoming Partners. Marriage and its alternatives.



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