Di Enza Malatino e Gabriele Castelnuovo
Il mondo in cui viviamo oggi è sempre più complesso: i processi di globalizzazione e mondializzazione stanno mettendo in crisi il nostro modo di essere persone e cittadini. Anche il termine “cittadinanza”, infatti, ha acquisito e sta acquisendo nuovi significati, dimensioni e sfaccettature sempre più complesse e diverse da quelle che lo caratterizzavano fino a pochi decenni fa.
Il modello di cittadinanza democratica si fondava, una volta, su alcuni punti chiave, come la sovranità dello Stato, il tema dei diritti e la partecipazione dei cittadini alla vita politica che, ormai, per i cambiamenti sopra descritti, sembrano progressivamente perdere di consistenza. Questo comporta che, come cittadini, ci troviamo spesso di fronte a paradossi e incertezze a cui rischiamo di reagire in maniera poco consapevole e delegittimante. Nel rispondere all’emergenza, infatti, il rischio è quello di peccare di miopia adottando soluzioni che portano alla semplificazione, alla chiusura nei confronti dell'altro, alla rigidità interpretativa e al rischio di essere manipolati. È stata proprio la consapevolezza di questa situazione a spingerci a creare, nell'aprile 2021, un gruppo di persone interessate a partecipare ad una iniziativa politica, costituendo una lista civica da presentare alle elezioni comunali di Palermo.
Tale lista era formata da cittadini e cittadine, associazioni e comitati coscienti del crescente malessere quotidiano delle persone, scandito dalle progressive carenze e dai disservizi della città: l'intenzione era quella di donare aiuto, cura, e sostegno. ll gruppo di lavoro costituitosi era formato da soggetti molto lontani dai consueti modelli della politica ormai concentrata sugli interessi partitici. L'obiettivo iniziale era quello di riuscire a riflettere insieme su quali valori, quali principi e quale filosofia sposare nel condividere la preparazione di un progetto che riguardasse l'amministrazione della città, sviluppato con la cooperazione di tutti i componenti del gruppo politico, nessuno escluso. Tale esperienza, sebbene non si sia tradotta in una vittoria elettorale (nonostante i quasi diecimila voti raccolti), è stata per tutti una sperimentazione illuminante: l’aver incontrato centinaia di persone, aver ascoltato le loro necessità e i loro punti di vista, le loro lamentele e la loro diffidenza, l’aver toccato con mano il malessere sociale, il distacco crescente, la sfiducia e la rassegnazione nei confronti della politica ma, soprattutto, la rassegnazione e l’inconsapevolezza del potere personale che ogni individuo possiede in uno stato democratico, ha spinto a chiederci in che misura le nostre conoscenze, le nostre esperienze nell’ambito delle relazioni umane, potessero essere utili nel portare un cambiamento positivo attraverso un modello di intervento in grado di promuovere tra le persone una maggior consapevolezza del proprio potere personale in ambito politico e sociale. L‘esperienza delle elezioni palermitane ha mostrato che i principi e le modalità perseguite, basate sulle teorie dell'Approccio Centrato sulla Persona, sono emerse spontaneamente in un gruppo di individui con sensibilità, conoscenze ed assetti culturali diversi
In particolare, è stato importante constatare come un gruppo di persone che non avesse conoscenza comune della filosofia dell'Approccio Centrato sulla Persona, sia riuscito a trovare soluzioni scaturite da una "tendenza naturale alla crescita", e sia riuscito a creare una "coscienza collettiva condivisa". Quello che, in questa esperienza, ha funzionato è stato incoraggiare le persone a credere in se stesse, stimolando l'autonomia, la responsabilità e la creatività, così come Rogers rileva nel libro "Potere personale" (Astrolabio Ubaldini, 1978). Questo ha favorito la promozione di politiche di comunicazione e di ascolto efficaci.
Possiamo, quindi, testimoniare che l'Approccio Centrato sulla Persona risulti altrettanto efficace nel costruire politiche nel campo sociale e di essere in grado di promuovere coesione e fiducia, riconfermando, come verificato nel corso dei decenni, la sua poliedricità e duttilità.
La riflessione, forse banale ma non scontata, è stata quella di considerare che molti disagi e diffidenze potrebbero essere superati se al centro della politica si mettessero per davvero i bisogni delle persone e le loro priorità: se ci fosse, cioè, un maggior coinvolgimento “dal basso”.
Oggi, più che mai, l'appello alla responsabilità collettiva e individuale risulta assolutamente indispensabile: ricostruire "Coesione Sociale e Coinvolgimento" appare la strada imprescindibile da seguire.
Per questo motivo, un gruppo eterogeneo di persone provenienti da diverse regioni d’Italia, accumunate dalla fiducia nel potere personale rogersiano, ha deciso di far nascere un nuovo progetto, aperto all’ascolto, inteso a ravvivare la coscienza sociale che è intrinseca nell’essere umano, valorizzando l’approccio etico e responsabile di ogni cittadino.
Da qui ha origine l’idea di fondare l’associazione Politiche Centrate sulla Persona, con l’obiettivo di agire nell’ambito della formazione, della comunicazione e della relazione per favorire lo sviluppo e l’empowerment della persona nel ruolo di cittadino. Un comune sentire che sia in grado di favorire una visione del mondo e della politica orientata verso la crescita della coscienza collettiva e del senso di responsabilità personale, dell’autoregolazione e dello sviluppo di visioni politiche focalizzate sul riconoscimento dei bisogni individuali e collettivi, sui diritti e sui doveri di ogni persona.
E’ proprio da questi principi, oltre che da quelli più ampi della psicologia umanistica, della psicologia di comunità e della ecopsicologia, che l’associazione Politiche Centrate sulla Persona vuole muovere i suoi primi passi, agendo su più livelli nella società, al fine di favorire una visione fiduciosa nei confronti dell'essere umano e la crescita di sensibilità, consapevolezza e responsabilità verso i propri e gli altrui bisogni, portando avanti un ideale di vita comune che vede nelle differenze, nelle diversità e più in generale nell’altro, una risorsa imprescindibile.
Ci auguriamo che tale aspirazione sia condivisa da molti, il cui sostegno servirà a supportare il lavoro dei Soci Fondatori, ovvero di Grazia Malatino, Serena Romano, Gianni Belgrano, Daniela Levaro, Gabriele Castelnuovo, Marcella Scialino, Marilena Carnasciali, Pina Mandolfo che, insieme ai Soci Onorari, Rita Barbera e Alberto Zucconi, affronteranno questa avventura guidati da Enza Malatino, nell’intento di contribuire, per quanto possibile, alla diffusione della cultura della cittadinanza globale.
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